I professionisti ICT del futuro


Una stima dell’annuale Rapporto Occupazione Federcomin proiettata al 2010 conferma che per le attività innovative che richiedono figure professionali con skills evolute si prevede una crescita media annua del 3%, che si traduce in oltre 20.000 professionalità innovative.

Alberto Tripi, presidente di Federcomin, federazione nazionale che associa le principali imprese di telecomunicazioni, radiotelevisione e informatica, avverte però che “saranno necessarie adeguate politiche e investimenti in formazione per soddisfare le esigenze di competenze innovative richieste dal mercato del lavoro per i prossimi anni.

Nel settore IT, le figure professionali avranno la necessità di allargare le competenze da un campo tipicamente tecnico a un ambito business e dovranno essere in grado di assicurare innovazione e sviluppo del cliente, attraverso un utilizzo strategico della tecnologia”.

Le figure emergenti in campo IT sono varie. “Si può citare”, dice Tripi”, per cominciare, l’architect dell’IT (o solution architect), ovvero uno sviluppatore che abbia conoscenze sui micro-processi aziendali e che sia in grado di sviluppare in ambienti multipiattaforma e multivendor. Quella che finora è stata la figura dello sviluppatore software tenderà a scomparire e sarà sostituito da questo nuovo profilo”.

Altri profili richiesti sono quelli di: analista funzionale, che avrà un ruolo particolarmente strategico nelle aziende che offrono servizi di Bpr (Business Process Re-engineering); consulente di processo, con competenze di natura più tecnologica finalizzate a un miglioramento dei processi, con conseguente sviluppo di efficienza delle aziende clienti; client manager, l’evoluzione verso il commerciale, in grado di gestire la relazione con il cliente nella sua interezza, e di “accompagnare” il cliente nello sviluppo del business, di trovare nuove opportunità per l’azienda, sia in termini di acquisizione di nuovi clienti, sia di costruire nuove proposte commerciali sulla base di un’approfondita conoscenza delle problematiche e dei processi verticali di settore; business advisor, una figura che presenta competenze tecniche e organizzative che gli consentano di suggerire al cliente cambiamenti strategici e organizzativi, in funzione del suo modello di business.

“Nelle telecomunicazioni, invece”, afferma il presidente di Federcomin, “un ruolo fondamentale hanno e continueranno ad avere le figure di product manager, operatore di rete, addetto al customer service, demand manager, tecnico di vendita, nonché le figure del commerciale”.
“Ai product manager”, spiega Tripi, “figure professionali dell’area marketing responsabili di linee di offerta, saranno richieste sempre più competenze tecnologiche da associare a competenze puramente marketing e legate alla gestione delle variabili del marketing mix. A causa della convergenza fisso-mobile e di quella IT-tlc, queste figure dovranno essere in grado di sviluppare un’offerta che esuli sempre più dalla pura offerta voce, dati o Internet e che copra tutte e tre queste tipologie in un contesto sempre più orientato al digitale e all’interattività”.

“L’operatore di rete continuerà a essere una figura strategica con competenze diversificate rispetto al passato: oltre a quelle ingegneristiche di base – si tratta prevalentemente di ingegneri tlc, informatici, elettronici – saranno necessarie conoscenze di base sulle reti geografiche, sulle architetture tlc, su reti Tcp/IP, Dslam, fibra ottica, Voip”.

“Gli addetti al customer service”, continua Tripi, “in quanto interfaccia diretta dell’azienda verso il cliente, rappresentano figure su cui si investirà in misura considerevole per garantire la soddisfazione e la fidelizzazione del cliente. A loro si richiederà sempre più una conoscenza approfondita dell’offerta, anche nei dettagli tecnici, per poter rispondere adeguatamente e risolvere le problematiche del cliente, capacità di ascolto ma anche capacità di vendita. Il contatto telefonico tra azienda e cliente rappresenta, infatti, un’occasione per promuovere nuove offerte e per l’operatore di fare attività commerciale”.

“Il demand manager costituisce, invece, un’interfaccia tra l’area tecnica e le strutture di delivery. Ha la funzione di rilevare esigenze di business e riportarle poi all’area tecnica perché possa definire specifiche tecniche e avviare eventualmente progetti. Le competenze richieste sono rappresentate da una elevata conoscenza dei processi e del business specifico dell’azienda,ma anche conoscenze/competenze IT”.

“Ci sono poi i tecnici di vendita, rappresentati da coloro che si sono occupati di manutenzione e assistenza presso il cliente, ma che stanno dimostrando considerevoli capacità di vendita. Sono risorse che si prestano soprattutto per attività di up selling e cross selling sui clienti già acquisiti. E rappresentano, di fatto, una via intermedia tra il tecnico puro e il commerciale puro, con elevate competenze tecniche ma anche capacità di relazione che gli permettano di gestire il rapporto con il cliente”.

“La figura del commerciale”, conclude Tripi, “evolverà verso un ruolo sempre più consulenziale. In questo ruolo saranno necessarie un’approfondita conoscenza dell’offerta e del settore in cui il cliente opera, nonché dei suoi processi. Solo con questi requisiti il commerciale potrà garantire lo sviluppo del business del cliente attraverso l’innovazione tecnologica”.

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